Vincitore del Premio Selezione Bancarella Sport 2020 – Miglior libro sul nuoto 2020
Il ritratto di una delle nuotatrici italiane di fondo più forti di sempre, con un medagliere da capogiro all’attivo. La sua infanzia semplice e gioiosa tra Empoli e Firenze. La passione per il nuoto: “se ti perdi nell’acqua allora sei nel posto giusto”. L’incontro con l’allenatore guru Fabrizio Antonelli. Il training durissimo, i dubbi e le lacrime. Le incredibili medaglie mondiale e olimpica, ottenute in gare drammatiche, contraddistinte da episodi di suspence a dir poco inusuali per gli sport di durata.
E poi le tante Rachele in una, come la “Caporal maggiore scelto” Bruni, orgoglio dell’Esercito Italiano. O come le due Rachele costrette a convivere in acqua: quella con la minor “acquaticità” e il minor talento rispetto alle sue quotatissime avversarie mondiali e quella che grazie all’intelligenza, al cuore e al suo ingrediente segreto (la sbracciata turbinosa) riesce a sbaragliare le sue avversarie nel reiterato compimento di un miracolo sportivo. Una donna non comune con un costumone da supereroina.
Luca Farinotti ha conquistato il podio del Bancarella Sport con Volevo solo nuotare. 200.000 bracciate con Rachele Bruni, lunga intervista, avvincente come un romanzo, attraverso la quale lo scrittore parmigiano fa emergere un ritratto originale, prismatico e ricco di umanità di una delle nuotatrici italiane di fondo più forti di sempre, vincitrice di un argento alle Olimpiadi brasiliane e ai Mondiali, 8 ori ai campionati europei, 19 ori e 20 argenti ai nazionali.
Grande soddisfazione per Luca Farinotti, al suo quarto libro, che sa esprimere, quasi assimilandosi alla materia del racconto, uno stile libero della scrittura, fluido e dinamico, capace di rendere non avvertibile lo sforzo e il lavoro della scrittura – in accordo con l’esortazione di Hofmannsthal per cui la profondità va nascosta in superficie – restituendo sulla carta i bagliori di una vicenda fatta di sacrificio e scoperta di sé, sconfitte e vittorie, sale delle lacrime che si confonde con quello dell’acqua marina, una vicenda di alto significato umano e sportivo nella quale l’elemento fisico e quello spirituale sono strettamente innervati: “I problemi non sanno nuotare”, le parole-amuleto tatuate sul tallone della campionessa Rachele Bruni per la quale le acque aperte degli oceani rappresentano un “luogo elettivo di spiritualizzazione” mentre l’allenamento è rivolto al “continuo superamento di sè”.
Avere ottenuto questo importante riconoscimento con una piccola casa editrice, ArtinGenio nella collana Italia sul podio, “è una felicità grande perché mostra quanto il Bancarella sia ormai l’unico premio davvero indipendente”, osserva Farinotti, la cui soddisfazione nasce anche dall’aver potuto “dare voce a uno dei tanti sport minori di cui ci si accorge solo quando ci sono le Olimpiadi ma che narrano di atleti, veri e propri eroi, che per quattro anni restano in ombra mentre si allenano duramente in vista di un solo obiettivo”.
La collana Italia sul podio che celebra i successi delle atlete e degli atleti impegnati nelle discipline olimpiche nasce da un’idea di Enrico Ghizolfi, già presidente dello Spezia Calcio femminile e responsabile Figc, che non nasconde la grande soddisfazione per il successo ottenuto: “Essere terzi dopo due colossi come Mondadori (vincitore) e Sperling & Kupfer è un grande risultato. Significa che la storia di Rachele Bruni raccontata da Luca Farinotti riesce ad appassionare e a coinvolgere i lettori”.
Una piccola casa editrice, uno sport che raramente riceve l’attenzione dei media e una protagonista femminile in un mondo, quello dello sport, ancora declinato prevalentemente al maschile. Anche per questo aspetto, Farinotti esprime una soddisfazione che, come in ogni gioco autenticamente di squadra, spiazza rispetto a ogni egocentrismo facendosi plurale e condivisa: “Sono felice di questo risultato anche perché abbiamo celebrato una donna e credo che sia arrivato il momento che sport maschili e femminili ricevano pari attenzione”.
(Lucia de Ioanna, la Repubblica)
ESTRATTO
All’inizio è una bolgia di schiuma bianca che sbava fuori se stessa a fiotti dal voluttuoso blu. Dall’esterno vedi braccia mulinare vertiginose. Sembra uno sciame d’acqua rabbioso, folle nell’aggredire l’onda. Tutte ammucchiate, non riconosci le nuotatrici, non distingui lo stile, né la bracciata o la cuffia, sepolta sotto gli spruzzi incessanti. Paiono belve feroci. Che scassano la tensione dell’acqua. Che menano l’acqua.
L’acqua stessa subisce una violenza irregolare, sbilenca e risponde nel suo modo fluido: spostandosi, scansandosi per poi, però, subito riavvolgerti, rimontandoti sopra, sgusciandoti sotto.
Rachele è dentro lo sciame. La sua tipica “sbracciata turbinosa” si confonde con gli stili diversi delle altre fiere: bracciate precise e liquide, zampate leonine, frustate leggere, ceffoni pesanti. Ognuna ha il suo modo di essere acquatica, ma lo sciame ti ingloba e ti omologa nella sua effimera unghiata collettiva e in quel momento sei soltanto parte di quel moto disomogeneo e tuttavia caoticamente organizzato come da un’unica energia endemica.
Dall’interno, invece, sotto il filo acqueo, vedresti una lotta per la sopravvivenza tra spermatozoi scodinzolanti a trazione anteriore, tutti inarcati e innervati in dorsali, bicipiti e spalle a rincorrersi l’un l’altro per primeggiare disperatamente ma, ironia divina, non potendo prescindere dal doversi sostenere gli uni con gli altri in questo sovrumano paradigma amniotico della Creazione.
Così, appena sotto il pelo dell’acqua, botte: di adrenalina e di studio, di intimidazione e di frustrazione, di fame e di cattiveria. Gomitate, calci, strattoni, spintoni. Così lo sciame avanza e supera i giri di boa, mentre Copacabana prende un sereno bagno di sole bianco.
La prima ora e mezza di gara però, nonostante il suo dramma intrinseco, non detiene la peculiarità visuale idonea a palesarne il pathos: capita che gli spettatori si distraggano, mettendosi a limare unghie e pettinare bambole. Cadono in una specie di trance gregoriana sopraffatti dal ripetersi del gesto e dal muoversi lento dell’amalgama schiumoso, smarrendo il sentire della battaglia. Perlopiù intravedono il dimenarsi di pezzi di corpi nel dislocarsi delle acque in lontananza. Odono confuso lo sciabordio del mare e il vago rumore dei motori dei battelli e degli elicotteri. Assistono a immagini ovattate portate a riva dal riverbero del sole, il cui sonoro è disperso via nel vento.
Ma per chi è immersa nell’acqua e per chi la guida con gli occhi nascosti sotto la visiera di un cappellino rosso portafortuna, non è così: le strategie da gare da pronto consumo televisivo (di velocità o di precisione tecnica, da declinarsi in pochi secondi, o minuti, tutte adrenalina, intuito e prontezza) qui non valgono. Ci vogliono i nervi. Nervi d’acciaio. Ci vuole calma. Calma olimpica, per l’appunto. Ci vuole ascolto. Ci vuole fiducia nel tuo trainer. Ci vuole fede. Bisogna stare attaccate allo sciame per un tempo interminabile che si dilata sempre più man mano che le bracciate devono fare i conti col passare dei minuti e con la necessità di rimanere sempre costanti e coerenti col proprio ritmo, aggrappate ai giri sempre più lenti delle lancette.
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RASSEGNA STAMPA
Volevo solo nuotare, il libro su Rachele Bruni sul podio Bancarella Sport 2020 – Nuoto.com
Federazione Italiana Nuoto – “Volevo solo nuotare” terzo al Premio Bancarella (federnuoto.it)
Oltre il Titolo: Rachele Bruni e Simone Sabbioni sul palco del Pianello (sanmarinortv.sm)
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Il Libro Di Rachele Bruni “Volevo Solo Nuotare” Terzo Al Premio Bancarella (swimswam.com)
Federazione Italiana Nuoto – “Volevo solo nuotare” terzo al Premio Bancarella (federnuoto.it)
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